Prevenzione vaccinale nelle scuole:
le ragioni delle nostre critiche
Il 16 agosto il MIUR ha diramato alle scuole la circolare 1622/17, applicativa per l’attuazione del decreto-legge 73/17 sulla prevenzione vaccinale che, come convertito, non ha recepito alcune delle nostre modifiche proposte. Abbiamo segnalato immediatamente le pesanti ricadute che le disposizioni contenute nella legge avrebbero avuto sul lavoro delle scuole e le possibili lesioni al diritto costituzionale all’istruzione previste dalla scelta di considerare le 10 vaccinazioni obbligatorie come requisito di accesso alla scuola dell’infanzia, già a partire dal prossimo anno scolastico a iscrizioni avvenute e confermate. Ma, come accade sempre più spesso nel caso di applicazione di nuove norme, la fretta con cui il Governo ha deciso di licenziare una legge pasticciata e per alcuni versi irrazionale, ha dimostrato di non tenere in alcuna nessuna considerazione i tempi della scuola e il lavoro di dirigenti e segreterie. Le scadenze fissate dal MIUR per la presentazione della documentazione.
Le disposizioni previste dalla legge sui vaccini relativamente alla frequenza della scuola dell’infanzia non sono lo strumento giusto per perseguire le finalità che la legge si propone, cosi come la scelta di precludere la frequenza della scuola dell’infanzia ai bambini e alle bambine non vaccinati per decisione consapevole delle famiglie non è certo la strada giusta per affrontare un problema che non è solo di carattere sanitario ma culturale e sociale. Il rischio è quello di escludere dall’inserimento precoce nel sistema di istruzione - considerato un valore e un obiettivo strategico dall’UE - una fascia consistente di bambine e bambini dai 3 ai 6 anni che, solo se appartenenti a famiglie agiate, confluiranno nel sistema privato o perderanno un’opportunità educativa che segnerà in modo indelebile il loro futuro di studenti e cittadini. Continua a leggere il nostro commento.
Cordialmente
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