In queste ore continuano a circolare testi ufficiosi del decreto legge riguardante reclutamento e formazione e carriera dei docenti, per cui ci limitiamo a commentare ciò che leggiamo sugli organi di stampa. Non possiamo fare a meno di notare che, dalle slide della settimana scorsa, si è passati all'ufficialità della presenza di un decreto legge in consiglio dei ministri.
Un fatto appare evidente: non esiste da parte di questo Governo la volontà del confronto con le forze sociali, ma si continua a procedere con imposizioni di legge su materie che riguardano il contratto di lavoro. Dopo che le lavoratrici e i lavoratori della scuola, con quasi un milione di voti, hanno legittimato l'azione delle organizzazioni sindacali, un governo tecnico nato sulle emergenze che caratterizzano la storia del nostro Paese in questa fase, alla vigilia del rinnovo del Parlamento, decide di non confrontarsi con le forze sociali su temi fondamentali come reclutamento, formazione e carriera dei docenti. Ma veniamo al provvedimento in merito alla formazione e la carriera dei docenti (per la questione specifica del reclutamento rinviamo ad altra nota)
Rispetto alle slide presentate nell'incontro precedente il meccanismo appare un po' cambiato.
Ora si prevede anche un’appendice contrattuale ma del tutto marginale. Non si parla più di accelerazione di carriera ma di un incentivo economico la cui misura è da definire in contratto.
Per questa operazione non si stanziano nuovi fondi ma si utilizzano quelli della card.
Ecco in sintesi le misure che il Decreto legge prevede:
Per concludere:
Come ribadito nel comunicato stampa unitario di ieri la FLC CGIL ritiene che su queste basi non vi sia spazio alcuno di confronto. Il Governo e il Ministro devono ritirare questo decreto per aprire finalmente il confronto sul contratto, individuando le risorse necessarie perchè quella sede si affrontino i contenuti riguardanti il rapporto di lavoro.
In caso contrario essi si assumeranno la grave responsabilità di gettare le scuole nel caos, di turbare la conclusione dell’anno scolastico già fortemente provato dalle difficili condizioni vissute con la pandemia, di aprire uno scontro con la docenza italiana che ben altro si attendeva dal Governo: contratto, atto di indirizzo, aumenti salariali, investimenti.
Il comparto Istruzione e Ricerca è l’unico comparto colpito in maniera incomprensibile da un grave ritardo nell’emanazione dell’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL 2019/2021 che di fatto impedisce l’apertura delle trattative in sede Aran nonostante il triennio di riferimento sia già scaduto.
In questa situazione, in caso di persistenza della suddetta proposta, la FLC CGIL non può che passare la parola ai lavoratori che dopo il voto per il rinnovo delle RSU dovranno mettere in campo le necessarie azioni di lotta.
In queste ore continuano a circolare testi ufficiosi del decreto legge riguardante reclutamento e formazione e carriera dei docenti, per cui ci limitiamo a commentare ciò che leggiamo sugli organi di stampa. Non possiamo fare a meno di notare che, dalle slide della settimana scorsa, si è passati all'ufficialità della presenza di un decreto legge in consiglio dei ministri.
Un fatto appare evidente: non esiste da parte di questo Governo la volontà del confronto con le forze sociali, ma si continua a procedere con imposizioni di legge su materie che riguardano il contratto di lavoro. Dopo che le lavoratrici e i lavoratori della scuola, con quasi un milione di voti, hanno legittimato l'azione delle organizzazioni sindacali, un governo tecnico nato sulle emergenze che caratterizzano la storia del nostro Paese in questa fase, alla vigilia del rinnovo del Parlamento, decide di non confrontarsi con le forze sociali su temi fondamentali come reclutamento, formazione e carriera dei docenti. Ma veniamo al provvedimento in merito alla formazione e la carriera dei docenti (per la questione specifica del reclutamento rinviamo ad altra nota)
Rispetto alle slide presentate nell'incontro precedente il meccanismo appare un po' cambiato.
Ora si prevede anche un’appendice contrattuale ma del tutto marginale. Non si parla più di accelerazione di carriera ma di un incentivo economico la cui misura è da definire in contratto.
Per questa operazione non si stanziano nuovi fondi ma si utilizzano quelli della card.
Ecco in sintesi le misure che il Decreto legge prevede:
Per concludere:
Come ribadito nel comunicato stampa unitario di ieri la FLC CGIL ritiene che su queste basi non vi sia spazio alcuno di confronto. Il Governo e il Ministro devono ritirare questo decreto per aprire finalmente il confronto sul contratto, individuando le risorse necessarie perchè quella sede si affrontino i contenuti riguardanti il rapporto di lavoro.
In caso contrario essi si assumeranno la grave responsabilità di gettare le scuole nel caos, di turbare la conclusione dell’anno scolastico già fortemente provato dalle difficili condizioni vissute con la pandemia, di aprire uno scontro con la docenza italiana che ben altro si attendeva dal Governo: contratto, atto di indirizzo, aumenti salariali, investimenti.
Il comparto Istruzione e Ricerca è l’unico comparto colpito in maniera incomprensibile da un grave ritardo nell’emanazione dell’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL 2019/2021 che di fatto impedisce l’apertura delle trattative in sede Aran nonostante il triennio di riferimento sia già scaduto.
In questa situazione, in caso di persistenza della suddetta proposta, la FLC CGIL non può che passare la parola ai lavoratori che dopo il voto per il rinnovo delle RSU dovranno mettere in campo le necessarie azioni di lotta.
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